In molti (non è vero) hanno
cercato di estrapolare dalle striscie di Nedo un
significato di tipo psico-antropologico: la condizione
di solitudine dell'uomo moderno, il declino del
maschio del nuovo millennio, o ancora il complicato
rapporto fra l'uomo e il proprio pene.
Nedo è solo, ed è un amante della
lettura. Ma l'unica rivista che gli capita fra le
mani è una pubblicazione a carattere pornografico,
che puntualmente gli provoca un'erezione improvvisa
e inaspettata, che lo spaventa e traumatizza. Superato
lo choc, cerca urgentemente di fare della propaggine
l'uso a suo giudizio più consono. Ma Nedo
è un confuso.
O un creativo, visto che gli utilizzi sono per lui
soddisfacenti, ma per noi imprescindibili.
Nedo è apparso sul "Vernacoliere"
nel 1996, ma da marzo 2008 nessuno l’ha più
visto.